“Il sesso a test”
Chi più ne parla, meno ne fa (Detto popolare)
«Nell’estate del 2007, un articolo pubblicato sulla rivista Archives of Sexual Behaviour elencava una serie di buone ragioni per fare sesso. Era una ricerca scientifica in piena regola, condotta da un gruppo di psicologi della Texas University a Austin, che arrivava a catalogare meticolosamente 237 motivi per rotolarsi in un letto in compagnia di qualcun altro. I ricercatori avevano prima intervistato 400 studenti universitari, ai quali era stato chiesto di indicare alla rinfusa ragioni plausibili per il sesso. Poi ne avevano presi altri 1.500, che dovevano dire quante volte avevano considerato ciascuno di quei motivi nel corso degli ultimi anni, per giustificare la propria attività sessuale.
Si andava dal più ovvio “ero attratto da quella persona” (al primo posto per entrambi i sessi) a “volevo sentirmi vicino a Dio”, da “volevo avere un bambino (agli ultimi posti, per uomini e donne) al più sincero “ero ubriaco”. Diverse motivazioni di ordine romantico: volevo dimostrare affetto, volevo dimostrare amore, mi ero reso conto di essere innamorato (rispettivamente al quarto, quinto, nono posto per le femmine, e al quinto, ottavo e diciassettesimo posto per gli uomini). Molti motivi un po’ più terreni: volevo provare del piacere fisico, il sesso fa star bene, ero eccitato (al secondo, terzo e sesto posto per le donne e al terzo, secondo e sesto per gli uomini). Qualche spiegazione banale: era una persona intelligente, ero curioso, mi si è presentata l’opportunità, baciava bene, era un’occasione speciale, era un po’ che non lo facevo. Alcune più singolari: volevo mettere alla prova le mie abilità sessuali, volevo impressionare gli amici, avevo fatto una scommessa, quella persona mi faceva pena, mi aveva fatto dei bei regali, volevo un avanzamento di carriera. Persino il crudele: volevo trasmettere una malattia.
Qualsiasi scusa vogliamo trovare, è fuor di dubbio che tutti nella vita, prima o poi, e in qualche modo, abbiamo a che fare col sesso. Forse parlarne a voce alta è sconveniente, o grossolanamente inelegante, ma il sesso è un’attività umana come tante: anzi, è una delle attività umane più divertenti che ci siano. E, forse proprio perché la nostra pruderie ci dice non parlarne a voce alta, il sesso è anche una di quelle che suscita più curiosità.
I giornalisti lo sanno ed è per questo che i giornali sono pieni di gossip, di notizie scandalistiche, di statistiche su come, quanto e dove lo facciamo, di allusioni, ammicchi e storie come quelle dell’iraniana che ha partorito una rana (difficile capire in che misura possa essere presa per buona) o della cameriera della Val Venosta che, incinta, ha chiesto a metà della locale squadra di calcio di sottoporsi al test del Dna. È anche per questo che le copertine dei settimanali sono più spesso decorate da fotografie di seni procaci che di qualsiasi altra cosa, e promettono i famosi dieci modi per farla impazzire a letto. Di sesso, in fondo, è abbastanza facile parlare: è una carta sempre vincente se si vuole attirare l’attenzione di certi pubblici (soprattutto maschi, di qualsiasi ceto sociale, con qualsiasi titolo di studio, dalla pubertà alla bara) e ormai non è nemmeno più tanto trasgressivo.
Il difficile, semmai, è farlo giocando, ma senza perdere il rigore scientifico, più o meno come si è cercato di fare in questo libro. Qui troverete quiz, diciamo così, di cultura generale: libri, film, quadri, personaggi e episodi storici, che in qualche modo hanno a che vedere col sesso. Troverete poi le materie scientifiche: il sesso degli animali, la fisiologia e la patologia del sesso umano. Infine, troverete una sezione di miti sul sesso: alcuni con basi reali, altri implausibili ma veri, altri ancora decisamente falsi ma molto diffusi, probabilmente nati in un clima vagamente oscurantista, in cui il sesso è qualcosa di cui parlare sottovoce con un po’ di vergogna, oppure sghignazzando come se fosse sporco e volgare…».